Dal nostro inviato GIMLI
Parigi. Partii con grandi aspettative la mattina del 6 dicembre verso Parigi per partecipare alla nona edizione de “LA NUIT DE L’AMATEUR DU CIGARE”, certo che i “cugini d’oltralpe” avrebbero realizzato un evento per amatori del sigaro di livello assoluto, data la risonanza e la pubblicità di cui gode questo raduno, e preso atto che l’organizzazione ha sempre individuato con orgoglio il proprio punto di forza nella sua competenza organizzativa.
Convinzione ribadita durante la serata apostrofandomi con un “voi italiani dovete ancora crescere”… Nazionalismi da grandeur a parte, mi ci proverò nel prosieguo, a comunicarvi le mie sensazioni sulla “nuit”.
Iniziamo con la scelta del luogo… ESPACE CHARLIE PARKER – 225 CITE’ DE LA MUSIQUE. Trattasi di un ex mattatoio, con annesso mercato per la vendita del bestiame (scelta azzeccata per come i commensali erano stipati ai tavoli), che ci ricorda le feste di fine anno nei palasport!
Il luogo, appena fuori Parigi, è una landa desolata squassata da un vento gelido, e frequentata da spacciatori e prostitute che vedendomi scendere dal taxi mi arringano con epiteti molto coloriti.
Qui inizia il mio calvario.
La Cité della Musique è un immenso complesso di migliaia di metri quadri all’interno del quale si trova il capannone denominato “Espace Charlie Parker”: non una segnalazione, non un addetto al servizio che dica ” Lei è uno che ha pagato i 260 euro per la cena dei sigari? Mi segua…”
Abbandonato in mezzo a questo spazio immenso, solo, giro con il mio vestito nuovo, (sapete come siamo noi italiani all’estero, siamo colti da un sano sentimento nazionale e ci teniamo a far bella figura), circondato da soggetti vestiti come rapper di Harlem che urlano e fischiano al mio indirizzo.
Trascorsi venti minuti, girovagando nel vuoto, individuo l’entrata, dove (finalmente!) incontro gli agenti della sicurezza che mi dicono in tono formale: “il signore ha un invito?”
A questo punto avrei volentieri risposto ” no! ma visto lo splendore del luogo ho cercato di imbucarmi in questa bella festa”… Invece, molto urbanamente mostro il mio invito. Una volta entrato vengo dirottato al banco accettazione dove hostess annoiate cercano il mio nome, mi assegnano il posto e una volta ancora mi lasciano solo: inutile chiedere che qualcuno mi accompagni … o mi dia un’informazione di massima!
Entrando in questo padiglione immenso, mal riscaldato e male illuminato, prendo atto della disposizione dei tavoli: sic! … siamo 850 disperati, ripartiti in circa 70 tavoli stipati all’inverosimile, tanto che il mio vicino di sedia, un simpatico signore di Perpignano, ha subito pensato ad una mia avances sessuale, visto che il mio ginocchio continuava a sfiorare teneramente il suo!
Comunque, prima di sedermi al tavolo assegnatomi, sfrutto il primo voucher del carnet della serata, denominato, “sigaro di aperitivo”.
Rullo di tamburi … PARTAGAS CORONAS SENIOR in tubo!
Qui mi fermo, perché i gusti sono personali, ma desidero puntualizzare che questo benedetto voucher lo conserverò fino al termine dei miei giorni, a ricordo di questo evento.
Accendendomi uno dei sigari che mi sono portato da casa, gironzolo per curiosare gli stand degli immancabili sponsor, siano al momento in cui finalmente iniziano le portate della cena che prevedono:
– antipasto: FOIE GRAS (freddo e insapore), accompagnato da una massa gelatinosa informe che non ho avuto il coraggio di assaggiare;
– piatto centrale: UNO STRACOTTO AL VINO – simile a quello che viene servito sugli aerei.
Apro una parentesi. Sappiamo tutti che il catering per 850 persone è difficile, ma perché sull’invito sbandierare la presenza di un grande chef francese ai fornelli? Chiusa parentesi.
– terzo piatto: COMPOSIZIONE DI FORMAGGI … allegramente appena tolti dalla vaschetta, si sentiva ancora l’inconfondibile odore/sapore di plastica;
– dessert: …finalmente! Un ottima torta sfoglia, sempre rigorosamente industriale.
Questo luculliano banchetto è stato innaffiato da vini … che come cita l’invito aveva come sponsor la UNION DE LES GRAND CRU BORDEAULAISE.
Purtroppo non si è trattato dei grandi première crus di Bordeaux, come il costo della serata poteva far intendere, ma di mediocri vini della zona omonima, abbinati in modo spericolato.
Per non tediarvi inutilmente evito di parlare dello spettacolo con orchestra cubana ed una specie di Elvis Presley parigino (più simile ad un Little Tony con faringite) al limite della comica… preciso solo che i caffè ed i distillati si dovevano prendere al banco!
Infine parliamo del clou della serata le mitiche bagues offerte per il fumo. Si è trattato di tre sigari:
- TRINIDAD FUNDADORES
- PARTAGAS SELLECCION PRIVADA
- COHIBA SIGLO VI
Sulla qualità dei sigari nulla da eccepire, ma in una simile occasione, avrei gradito degustare una novità del catalogo Trinidad, ma tant’é.
Concludo con una nota di colore: in questo disastro organizzativo ci ha per fortuna piacevolmente sollevato l’umore la vista di una modella mozzafiato! I soliti maschilisti