I ROBAINA: CENTOSESSANTA ANNI A CUBA … E SONO ANCORA SULLA CRESTA DELL’ONDA

_resoc_festival_partagas057ORLANDO QUIROGA
“HOMBRE HABANO 2004”

Robaina ed io siamo amici da più di quindici anni. A suo dire io sono però “el baby” perché ho settantuno anni e lui va ormai per gli ottantasei .

E’ così quest’uomo, divertente e saggio, la cui attuale famiglia rappresenta l’ultimo anello degli immigranti Robaina che giunsero a Cuba nel 1845 da Santander, in Spagna.

“Guarda quelle galline…che stronze! Depongono le uova in giro ed i cani se le mangiano. Ieri sera mio nipote Hirochi voleva una frittata e non c’erano uova, così abbiamo dovuto usare quelle di quaglia. Oggi, però, ho messo un bel recinto e le ho fregate. Non possono uscire da lì”.

Sono seduto con un Robaina nell’atrio della sua vecchia casa di famiglia. Gliene hanno costruito una nuova, con le iniziali A. R. ed il pavimento di pregiata ceramica, ma a lui piace di più questa, la vecchia. “L’altra è per le visite”, mi dice.

Sapendo quanto mi piacciono i suoi racconti, comincia: “Quando sono stato in Italia recentemente, era stata organizzata una cena a Milano con me e Luciano Pavarotti come ospiti d’onore. Luciano non si è presentato perché pare che avesse fiutato una sfiducia generale circa la sua partecipazione all’evento. Si è però preoccupato di chiamarmi in albergo il giorno dopo e, per rassicurarmi che non fossi io la causa del disguido, mi ha cantato una canzone per telefono. Immagina, io in quel momento ero in bagno, seduto sulla tazza del water…! Ho ascoltato con piacere la sua esibizione , anche se non gli ho mai detto dove mi trovavo in quel frangente.

Robaina è molto attento a tutto ciò che succede in casa. Intrattiene volentieri gli amici che gli fanno visita, i quali a volte sono turisti provenienti dall’Asia, dagli Stati Uniti, dall’Italia, dalla Spagna, dalle Isole Fidji e addirittura dal Polo Nord. Distribuisce autografi e tratta tutte queste persone allo stesso modo.

Don Alejandro Robaina ha superato in modo ammirevole la dolorosa fase della sua vita in cui ha perso un figlio, l’unica moglie e la sorella. Ora guarda al futuro con i familiari rimasti perché dice: ”Ho molta fede in Dio e Lui mi aiuta a superare i momenti duri della vita”.

Le foglie del prossimo raccolto sfoggiano il loro verde intenso e Don Alejandro ci mostra orgoglioso il loro rigoglio. E’ proprio un bel risultato per un uomo di ottantasei anni che ci confessa di essere in pace con la vita perché non ha mai fatto male a nessuno.

Buon centosessantesimo, famiglia Robaina!

(traduzione a cura di Elisabetta Longhi)