di ORLANDO QUIROGA
Hombre Habano 2004
a) UNA BELLA STORIA D’AMORE: QUELLA TRA ERKEL E GABRIELE.
Lei è venezuelana, Erkel Soto, lui italiano, Gabriele Cola. Si sono conosciuti a Caracas, quando lui lavorava come funzionario presso l’Ambasciata italiana in Venezuela, professione che adesso svolge a Cuba.
Ne è nata una bella storia d’amore. La ragazza di Caracas che studiava farmacia e si occupava degli acciacchi dei suoi familiari, dai quali non si era mai separata, ha conosciuto l’affascinante italiano. La famiglia di lei si è opposta con tutte le sue forze all’idea che la figlia se ne potesse andare, seppur con il principe azzurro. L’amore, però, ha le ali, possiede tante chiavi ed è potente. Elker e Gabriele si sono sposati e sono venuti a vivere qui a L’Avana, dove lui lavora presso l’Ambasciata.
Dalla loro permanenza in Italia, Elker ha imparato a cucinare deliziose paste e squisiti secondi di carne ed ha appreso il lavoro che sembrava la stesse aspettando da sempre, la fotografia.
Elker ha imparato da Gabriele i segreti di questa arte nella quale oggi è una vera fuoriclasse, abilità che si può ammirare nel delizioso album che ha realizzato per “Arte y Moda”, la mostra di abiti ispirati a tele di pittori cubani.
Gabriele, invece, si è appassionato ad un altro mondo, quello degli operai della fabbrica “Partagás”. Ha scattato una serie di commoventi fotografie nelle quali è riuscito a captare la passione, l’atmosfera, l’ambiente, il quotidiano di questi uomini che producono i sigari migliori del mondo.
Ha sorpreso anche me il fatto che li conosca tutti, ad uno ad uno, con il loro nome (da notare che sono un centinaio! .). Quando entra nei locali della fabbrica è come se per loro fosse arrivato un parente molto amato.
In occasione del centosessantesimo anniversario della “Partagás”, Gabriele ha dato vita ad una bellissima esposizione che si è potuta ammirare nel patio e nei saloni della fabbrica. I visi più disparati degli operai che sorridono, quasi trascendendone, attraverso le immagini, sembrano vivi.
Credo, o meglio, dichiaro apertamente che l’esposizione di cui vi parlo rappresenta un canto d’amore per Cuba, la Cuba eterna, ed alla sua cultura, inscindibile dalla storia del tabacco.
Ah, dimenticavo! Elker e Gabriele sono entrambi fumatori dei migliori avana. Amore, arte, sigari . Si può chiedere di più?
b) DANIEL DEVROEDE. UN BELGA CHE MOSTRA “CUBA” A NOI CUBANI. Vi presento Daniel Devroede, un cittadino belga, nato a Namur, appassionato di sigari cubani. Ha una figlia cubana e, partire dal 1982, ha fatto ottantuno viaggi a Cuba. La prima volta che ha messo piede sulla nostra Isola è rimasto sbigottito dalla gente, dal sole, dall’ondeggiare delle donne per strada, che sembrano avanzare ballando anche senza l’ausilio della musica.
Daniel ha visto Cuba da un punto di vista che a noi del posto sfugge per la forza dell’abitudine. La stessa cosa succede agli spagnoli che vedono tutti i giorni la “Puerta de Alcal á” o agli italiani che passano, a volte senza degnare di uno sguardo, il Colosseo o Piazza della Signoria.
“Non ho mai tentato di focalizzare l’obiettivo della mia macchina fotografica su un particolare aspetto di Cuba. Mi sono sempre incamminato per le strade di città o per i sentieri di campagna, in terra battuta, con un sigaro acceso e tutte le volte mi sono imbattuto in qualcosa di emozionante a tal punto da attivarmi per scattare una foto”, racconta Daniel mentre io e lui ce ne stiamo comodamente seduti e in pace con la vita nella sala fumatori della “Partagás”.
Così, nel corso della nostra chiacchierata, mi mostra una serie di fotografie che vanno da un’imponente nube sopra il faro del Morro ad un campo di tabacco con tonalità che sembrano prese da una tela di Van Gogh.
Ce n’è anche una sulla notte del sedici di dicembre, vigilia di San Lazzaro, quando i fedeli cubani, che sono migliaia, raggiungono a piedi, rovinandoseli sulle pietre in segno di devozione, El Rincón, per pregare davanti all’immagine del miracoloso San Lazzaro Vescovo, l’anziano della parabola di Cristo al quale i cani leccano le ferite.
Daniel, consumatore incallito di buoni sigari cubani, continuerà a fumare nonostante stupide leggi in quanto dice: “nessuno può limitare né violare la mia libertà”.
Aggiunge: “Amo questa Isola essenzialmente per il miracolo della foglia che produce. L’amo naturalmente per molti altri aspetti ma questo è forse il più importante”.
Voglio dire a Daniel che noi cubani lo ringraziamo perché ci mostra la nostra terra attraverso il suo sguardo e ci auguriamo che torni ancora ottantuno volte, con la stessa passione e lo stesso amore.
(traduzione a cura di Elisabetta Longhi)