BRESCIAOGGI, VENERDI’ 20 APRILE 2001
SIGARI, ISEO PERIFERIA DELL’AVANA
Singolare iniziativa di un gruppo di amanti del tabacco di lusso che hanno dato vita al primo “cigar club” bresciano.
E’ nato nei giorni scorsi, a Iseo, il primo “cigar club” bresciano. Si chiama “Calle de la industria 520”, in omaggio al numero civico e alla via dell’Avana in cui sorge la mitica Partagas, la fabbrica numero uno in fatto di sigari. Ventotto i soci fondatori, residenti per lo più nel capoluogo sebino, ma anche in alcuni paesi della Franciacorta e in città. A sentirne illustrare finalità e programmi, sembrerebbe un sodalizio di allegri epicurei. “E invece siamo un’associazione culturale” puntualizza il suo presidente, Giorgio Bassan, 35 anni, dottore commercialista, che però scoppia subito in una fragorosa risata. L’idea di costituire un club con tanto di statuto e organi di rappresentanza, a sentire Bassan, è maturata all’interno di un gruppo di amici che si ritrovavano periodicamente per delle serate dedicate alla buona tavola. “Qualcuno alla fine, – spiega il presidente del club -, sorseggiando un rum o un cognac, tirava fuori sigari avana o sumatra olandesi e ne offriva: una passione che è presto diventata comune e a cui9 si è voluto fornire il supporto di un minimo di organizzazione”. Sede del club è una stanza al civico 26 di vicolo Borni (terzo piano, sopra la birreria “Il diavoletto”), dove è stato installato un umidificatore, che serve a conservare al meglio numerose scatole di sigari (ci sono marche introvabili sul mercato italiano), ed è stata allestita una piccola biblioteca, che propone titoli come “Avana nel corazon”, di Gianfranco Plenizio (“avvincente più di un romanzo”, assicura Bassan), e riviste come “Amateur de cigare”, la più bella del settore. Adesso “Calle de la industria 520” conta una cinquantina di aderenti, d’età compresa fra i 30 e i 50 anni. Non mancano donne, ovvio. Generalmente più giovani dei maschi. “Ci si trova, si fumano sigari, magari toscani, si passano insieme dei bei momenti”, racconta Bassan. Naturalmente capita che si parli anche di politica, ma scopo del club, come recita lo statuto, è di perseguire “in modo assolutamente indipendente da interessi politici ed economici l’aggregazione sociale anche mediante lo svolgimento di attività culturali e ricreative quali sedute di studio e di degustazioni comparate”. Già, perché il sigaro è un po’ come il vino: ha aromi, sapori, gusto e retrogusto. Va centellinato, capito. Ha persino il vantaggio, rispetto alla sigaretta, di non dare assuefazione, visto il suo bassissimo contenuto di nicotina. E, dunque, via tutti a darsi allegramente al fumo. Di occasioni per farlo in folta e assortita compagnia il club ne fornirà parecchie, prossimamente, col pretesto di uscire a cena. Più in là è prevista una trasferta nella valle di Vinales, il cuore delle piantagioni di tabacco, a Cuba. Per iscriversi al club – le opzioni sono fra la “Carta de oro” (socio benemerito), la “Carta de plata” (socio sostenitore) e la “carta de broze” (conoscente di un socio) – basta rivolgersi alla birreria “il diavoletto”, o alla trattoria “Santissima”, o al bar “Lume”, a Iseo, alla tabaccheria Giustacchini o alla “Casa del vino” di via Diaz, a Brescia. Un club per niente elitario, vien da pensare. A guidarlo, per i prossimi 4 anni, un consiglio direttivo composto dal presidente succitato Giorgio Bassan, il vicepresidente Gabriele Petretti (Brescia), il segretario e tesoriere (Claudio Antonietti), i consiglieri Paolo Bassan, Dario Nulli, Stefano peroni e Giorgio Redolfi (fra costoro non ci sono né produttori di sigari, né tabaccai, né ristoratori); nel collegio dei probiviri, Alessandro Casa, Marcello Gandossi e Paolo Orsatti (Palazzolo sull’Oglio).
Giuseppe Zani